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CHI SONO

Vivo a Milano, dove sono nato nel 1966, ultimo di quattro figli, preceduto da Tiziana, Manlio e Francesca.

La nostra è una famiglia in cui tradizione e ribellione si sono intrecciate con amore. Mio padre, Roberto, chiamato Gianni da tutti, era un uomo tradizionale, molto onesto e appassionato; mia madre, Alice, l'angelo di casa classico, con il sogno mai realizzato di viaggiare per il mondo. E poi Tiziana, che è stata capace di reinventarsi nel corso della sua vita: imprenditrice, ristoratrice e poi una babysitter molto richiesta; Manlio, uomo di marketing per 20 anni e poi velista e yachtman per scelta di vita totale; Francesca, un vulcano, che si è trasferita a Parigi all'età di 18 anni, per amore, proprio come fece la nonna Ines 60 anni prima.

E infine io, il quarto, il bambino, la mascotte, l'ultimo a lasciare la casa dei genitori, tutto gioco e immaginazione. Indeciso sul futuro, mi laureo in Lettere e Filosofia e ballo flamenco per 6 anni.

Un po' inaspettatamente, un giorno, una grande azienda mi offre un lavoro fisso e interessante nel campo delle "risorse umane". È un settore da cui non sono mai uscito e le risorse umane, cioè le persone, sono diventate il focus del mio lavoro e della mia fotografia.

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Fotografia, giusto.

Le fotografie mi hanno sempre chiamato. Sfogliavo e componevo con dedizione e piacere gli album di famiglia. Ho svuotato il cassetto pieno di foto di famiglia e le ho sfogliate, perdendo il senso del tempo. Non ricordo di essermi mai annoiato a guardare foto nella mia vita, nemmeno con i classici album di nozze che tutti evitano.

Oltre alle foto di famiglia, sono rimasto affascinato dalle immagini di Marilyn Monroe: già le raccolte alle scuole medie, insieme al mio amico Guido. Magiche erano quelle di Elliott Erwitt e Milton Greene. Tuttavia, per anni ho scattato molto poco, 10-12 rullini all'anno, per lo più in estate, con macchine fotografiche automatiche di bassa qualità.

Penso che, insieme a un misterioso clic interiore e all'arrivo dell'era digitale, l'incontro con la famiglia Wahlberg mi abbia fatto cambiare prospettiva. Saskia, la mia attuale moglie, era la mia musa e suo padre, Thomas, direttore della fotografia professionista, il mio primo insegnante. Era il 2004 quando ho comprato la mia prima macchina fotografica reflex digitale, usata. Nel 2009 sono diventato padre di Fabio, che è naturalmente diventato un soggetto ricorrente nelle mie riprese.

Anno dopo anno, scattare fotografie è diventato per me un'attività compulsiva, un modo per osservare e rivedere il mondo: la macchina fotografica ha cambiato il mio rapporto con il mondo stesso.

Gionata Galloni fotografo

ph. Laura Ghellere

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